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Teach for Italy – Testimonianza di Federica Limonta

Chi è Federica Limonta

Nata a Monza (MB), laureata in Lingue e Letterature Moderne Europee e Americane presso l’Università degli Studi di Milano, insegna inglese presso il Ciofs Milano.
Ha iniziato il percorso di Fellowship nel programma Teach for Italy 2023-2025.

Il contesto storico-sociale dell’istituto

Con centro di formazione professionale, in Italia, si intende un istituto che cura la formazione professionale per l’inserimento degli individui nel mercato del lavoro. I C.F.P. sono regolati e finanziati dalle regioni italiane di competenza, in conformità ai fabbisogni di mestieri specifici del territorio locale. Si tratta quindi di scuole secondarie di secondo grado che gratuitamente offrono agli studenti la possibilità di completare l’obbligo scolastico con corsi che integrano le materie base e le attività tecnico – pratiche del mondo del lavoro specializzato (es parrucchiere, meccanico, estetista). Gli studenti spesso appartengono a un contesto socio-culturale complesso che rendono il lavoro dei docenti in questi centri sfidante.

La testimonianza

Perché hai scelto di candidarti come Fellow di TFI? Quali erano le tue aspettative?

Ho deciso di candidarmi alla fellowship di TFI perché ero interessata a confrontarmi con altri docenti sul mondo della scuola e dell’istruzione in Italia. Da subito ho ritrovato in TFI molti dei miei valori che mi guidano quotidianamente come persona e come insegnante. Ritengo che il sistema scolastico italiano debba affrontare grandi cambiamenti affinché gli studenti e le studentesse siano posti al centro della pratica educativa, volta a promuovere i loro interessi, le loro attitudini e le competenze fondamentali per diventare adulti.
Candidarmi al programma TFI mi ha permesso di condividere le mie idee con una comunità di insegnanti uniti dalla stessa passione e dallo stesso spirito critico, che ci permette di lavorare su noi stessi. Inoltre, TFI è stato ed è quotidianamente un grande supporto per la didattica e le attività formative in classe, che in un contesto sfidante come quello del centro di formazione professionale si rivelano spesso complesse da progettare. Il programma di fellowship e le numerose attività proposte mi permettono di mettermi
sempre in discussione e di rivedere costantemente il mio approccio nell’insegnamento.

Come affronti le sfide in classe?

Affrontare le sfide in classe è stato per me un processo di rivoluzione delle mie convinzioni e di adattamento a nuove visioni sull’insegnamento. Quando sono arrivata al CIOFS-FP Milano ho capito quanto fosse importante questo cambiamento. Quando entro in classe, cerco sempre di considerare gli studenti come persone prima che come semplici alunni, un approccio fondamentale soprattutto in contesti come il CFP. Sono sempre disponibile ad ascoltare e tengo le “orecchie aperte”, sia dentro che fuori dall’aula, e cerco di creare relazioni significative con gli studenti. Il feedback in un contesto come il CFP è costante e diretto, sia verbalmente che tramite gli strumenti forniti da Teach For Italy.

Racconta un esempio di impatto in classe con i tuoi studenti

Se devo pensare a un momento significativo, ricordo una particolare relazione che ho instaurato con una studentessa di origini marocchine che è diventata, ai miei occhi e alle mie orecchie, un esempio tangibile di crescita personale. Avendo affrontato molte difficoltà nella sua vita privata, ha avuto bisogno di un sostegno particolare, il che ha influenzato positivamente la sua crescita a livello didattico. Anche il solo sentirsi ascoltata ha fatto sì che lei si appassionasse dell’inglese, nonostante partisse da una conoscenza
minima della lingua. In molti paesi francofoni del continente infatti si inizia molto tardi a studiare la lingua inglese, perciò sebbene sia una studentessa di seconda superiore, la sua conoscenza della lingua non era allo stesso livello di quella dei coetanei.

Come coinvolgi la comunità nel processo educativo dei tuoi studenti e che impatto avete notato?

Il coinvolgimento della comunità parte dal contesto stesso della classe. Nel mio insegnamento cerco sempre di portare esempi concreti del territorio e della città, mostrando ai ragazzi ciò che succede attorno a loro. Ad esempio, durante l’alluvione dello scorso novembre 2023, la scuola si è allagata, perciò ho coinvolto attivamente i ragazzi affinché mostrassero interesse e partecipazione verso gli eventi che stavano vivendo. Con i ragazzi abbiamo riflettuto sulle cause che hanno portato la scuola ad allargarsi e a possibili soluzioni per proteggerla in futuro. La natura stessa del CFP prevede una forte esposizione al mondo reale, i progetti e le attività coinvolgono direttamente i ragazzi nella comunità. Abbiamo progetti che prevedono la partecipazione dei ragazzi al volontariato e alla beneficenza, e spesso sono loro stessi a proporre idee su come sentirsi più coinvolti nella comunità cittadina. Un esempio tangibile di questo coinvolgimento si manifesta nel quotidiano quando vedo l’affetto che i ragazzi dimostrano nei confronti della scuola stessa, delle suore con cui conviviamo e dell’ambiente scolastico in generale. Questa
maturità e cura dimostrata supera gli stereotipi tipici dell’adolescenza e mostra un vero senso di appartenenza e responsabilità verso la comunità.

In che modo l’esperienza di Fellowship sta contribuendo al tuo sviluppo personale e professionale?

Da quando ho iniziato, nel giugno 2023, il mio sviluppo professionale e personale vanno di pari passo su un binario comune. Il programma di Fellowship mi sta aiutando a ritrovare la passione per l’insegnamento che pian piano avevo perso, incanalata in direzioni diverse. Sto imparando a riconoscere e sfruttare i miei punti di forza, mettendoli in gioco sia con gli studenti che con i colleghi. Questo approccio si riflette sul mio lavoro con gli studenti e sulle mie relazioni con i colleghi, poiché cerco costantemente di individuare e valorizzare i punti di forza negli altri, che ho intuito essere uno dei fondamenti dell’insegnamento.
Il programma di Teach For Italy mi ha permesso di lavorare e aprire gli occhi su un aspetto prima inesplorato: il concetto di comunità e il lavoro collaborativo. Abituata a lavorare e vivere da sola, ho sempre considerato l’indipendenza come un valore principale da sviluppare, sinonimo di maturità.
Tuttavia, ho imparato anche che è necessario imparare ad appoggiarsi agli altri, a partire dalla comunità di Teach For Italy, chiedendo aiuto e collaborando con gli altri per crescere insieme.

Come immagini il tuo percorso alla fine della fellowship, come Alumna TFI?

Se mi immagino alla fine del percorso vedo una me più sicura, pronta ad affrontare nuove sfide e a mettersi in gioco con tanti nuovi strumenti e idee.
La mia strada come insegnante è appena iniziata ma sento che negli anni il mio lavoro cambierà molto.
Sono sicura che, anche dopo la fine della Fellowship, la comunità di TFI rappresenterà per me un grande punto di riferimento e una fonte continua di ispirazione. Diventare Alumna TFI significa avere l’opportunità di confrontarmi continuamente con Alumni e nuovi fellows sulle pratiche quotidiane di insegnamento, sul benessere di noi insegnanti e sul ruolo che l’istruzione riveste in Italia e nel mondo.

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