Alberto Fascetto di Fondazione Marcegaglia:
Buon giorno Giovanni! Grazie per la tua disponibilità e per il tuo tempo.
Avv. Giovanni Lega:
Ciao Alberto! Grazie a te e a Fondazione Marcegaglia!
A. F.: Iniziamo? Ci racconti chi sei e che cosa fai nella vita?
G. L.: Mi chiamo Giovanni Lega e sono avvocato da quasi quaranta anni; mi occupo di aziende e di imprenditori, italiani e stranieri, con una forte vocazione all’internazionalità.
Ho alle spalle una laurea all’Università Cattolica di Milano e un Master in legge ad Harvard. Socio fondatore di LCA e tra le altre cose, mi occupo da tempi non sospetti di sostenibilità. Ho 5 figli.
A. F.: Come hai conosciuto Fondazione Marcegaglia?
G. L.: La mia conoscenza con la Fondazione risiede innanzitutto dalla mia amicizia trentennale con la Famiglia Marcegaglia. Con Carolina, Emma e Antonio abbiamo condiviso molto tempo insieme, ma soprattutto molti valori e la voglia di volerci impegnare.
Questa convergenza, oggi si è anche tradotta in un supporto legale del nostro studio alla Fondazione con professionisti specializzati nel mondo non profit / onlus.
A. F.: Quali valori condividi con Fondazione Marcegaglia?
G. L.: Tutti, sia quelli di carattere filosofico che quelli operativi. In particolare il ruolo da parte della Fondazione di promotore di progetti concreti, su temi e destinatari spesso non raggiunti dai normali canali non profit.
L’idea di fondo della donna come soggetto centrale dei progetti della Fondazione è stata per certi versi anticipatrice di tante linee politiche attuali. Il corretto equilibrio dei progetti sui territori vicini all’azienda e quelli assai distanti, come in Ruanda, manifesta l’attenzione della Fondazione su valori universali e particolari.
A. F.: Qual è il progetto della Fondazione che ti ha più colpito e perché lo senti “vicino”?
G. L.: Negli anni ho sostenuto moltissimi dei progetti della Fondazione, ma forse quello che mi ha maggiormente colpito è stato quello verso la comunità e le donne Sinti. Per me è stato il progetto più coraggioso di tutti, proprio perché destinato a soggetti così lontani dal sentimento di solidarietà del pensar comune che si scontrava con un pregiudizio nei secoli radicato.
A. F.: Qual è il particolare più significativo del progetto che ricordi?
G. L.: Ricordo ancora con stupore e ammirazione la partecipazione attiva nell’organizzazione del mercato natalizio dei ragazzi Sinti e la diffidenza, assai percepibile, della gente.
A. F.: Perché hai deciso insieme al tuo studio legale si sostenere i progetti di Fondazione Marcegaglia? Che valore ha nella tua vita?
G. L.: Il sostegno che insieme ai miei colleghi di studio diamo per i progetti della Fondazione sono di diverso tipo: da quelli di consulenza professionale a quelli forse più canonici con donazioni.
Nonostante le forme diverse però la percezione è sempre la stessa: contribuire in modo concreto alla realizzazione di una società migliore, dove la persona viene prima del pregiudizio, anche quando questo a volte risulta impopolare.
Quando vedo che questi progetti trovano passo dopo passo la loro realizzazione mi sento felice.