Intervista a Desire Rwagaju, Country Director di Fondazione Marcegaglia Onlus Rwanda
Ripensando al percorso che ti ha portato a diventare Country Director di Fondazione Marcegaglia Onlus Rwanda, che sensazione provi a implementare progetti nella stessa comunità nella quale sei cresciuto?
Provo un profondo senso di responsabilità e appagamento, oltre che di connessione e orgoglio.
I miei genitori, gli amici d’infanzia e le tante persone che mi hanno visto crescere mi hanno trasmesso i valori del duro lavoro, della comunità e della resilienza. Il ruolo che ricopro oggi mi spinge a garantire il massimo del mio impegno per il successo dei progetti e realizzare il miglior impatto possibile sui giovani e sulla mia comunità.
Ho sempre immaginato che restituire alla comunità fosse qualcosa che prima o poi avrei voluto fare; sono incredibilmente fortunato ad aver intrapreso questo percorso in giovane età, insieme a Fondazione Marcegaglia. Sono grato per questa opportunità, che per me è anche l’onore più grande della mia vita.
In che modo i tuoi valori influenzano il lavoro che fai ogni giorno a Rilima?
I valori che mi ha insegnato mio padre, tra cui quello delle tradizioni locali, e quelli che ho conosciuto nella mia comunità sono per me una guida per promuovere la sostenibilità e il rispetto culturale in ogni progetto.
Sono arrivato a Rilima dopo il genocidio del 1994 contro i Tutsi e ho vissuto da vicino le sfide immense affrontate dalla comunità.
Ricordo come, dopo il genocidio, insegnanti e membri della comunità si sono uniti per educare i bambini e costruire aule senza aspettarsi nulla in cambio. Abbiamo piantato alberi per ripristinare l’ambiente e sostenuto i sopravvissuti.
La capacità della comunità di ricostruirsi dopo un evento così tragico è una testimonianza del nostro impegno collettivo e sono orgoglioso del mio ruolo in questo percorso.
Vivere questa esperienza in prima persona mi ha insegnato l’importanza della collaborazione, che mi assicuro sia sempre presente nei nostri progetti insieme alle voci di tutti, e allo stesso tempo ha radicato in me una forte resilienza, che mi spinge a superare gli ostacoli con determinazione e a ispirare il mio team con lo stesso spirito: “Non lamentarti di ciò che puoi cambiare, contribuisci a fare la differenza”.
Che impatto ha generato il tuo lavoro con Fondazione Marcegaglia sulla comunità di Rilima e su quelle dove sono presenti i progetti della Fondazione?
La comunità di Rilima ha vissuto profondi cambiamenti sociali ed economici grazie all’impegno di Fondazione Marcegaglia, unica ONG attiva nell’area.
L’accesso all’acqua potabile, la creazione di centri per l’educazione della prima infanzia e il reinserimento scolastico dei bambini attraverso il progetto school feeding sono solo alcuni esempi di come il mio lavoro e il lavoro della Fondazione si traduce in un impatto tangibile per la comunità e le persone che la costituiscono.
Le famiglie coinvolte nei progetti a Rilima e anche nelle altre aree dove è presente Fondazione Marcegaglia hanno potuto incrementare la produttività agricola grazie alla distribuzione di animali e attrezzature per l’irrigazione, i giovani hanno avuto accesso a programmi di formazione professionale, che hanno favorito in seguito la nascita di piccole imprese e l’aumento di figure professionali locali, come infermieri, ostetriche e ingegneri.
Tutti questi risultati stanno rafforzando la resilienza della comunità e sono un punto di partenza importante per un futuro migliore per tutti.
Dal 2013, anno in cui la Fondazione ha avviato i primi progetti a Rilima, ci sono stati momenti specifici che ritieni particolarmente significativi?
L’istituzione del Marcegaglia Vocational Training Centre (M-VTC) nel 2022 a Rilima è stata senza dubbio un momento cruciale. Il centro di formazione, creato dalla Fondazione, è diventato rapidamente una scelta di riferimento per gli studenti provenienti da tutto il Distretto di Bugesera, e l’entusiasmo che lo circonda ne testimonia il successo.
I genitori hanno espresso un riscontro estremamente positivo, evidenziando come la formazione offerta abbia significativamente migliorato le competenze e le prospettive di carriera dei loro figli. Le visite dei funzionari governativi hanno ulteriormente confermato l’importanza del centro, presentandolo come un modello di successo nell’ambito della formazione professionale. Le raccomandazioni di espandere e replicare il modello M-VTC su scala nazionale riflettono un ampio riconoscimento della sua efficacia e della necessità di iniziative simili in altre aree del paese.
Dal 2023, Fondazione Marcegaglia Rwanda opera sulla base di un piano strategico quinquennale. Ci racconti di un progetto del piano strategico quinquennale di cui sei particolarmente orgoglioso per l’impatto che ha creato?
La costruzione del centro per lo sviluppo della prima infanzia (ECD) a Karera è stata un’impresa straordinaria. Ciò che all’inizio era solo uno spazio vuoto è ora pieno di bambini vivaci.
È una gioia immensa vedere la scuola non solo operativa, ma addirittura sovraffollata, a dimostrazione di quanto l’educazione nella prima infanzia sia fondamentale. All’inizio temevamo di dover fare maggiori sforzi per promuoverla, ma la risposta delle famiglie è stata straordinaria.
È stato anche profondamente gratificante vedere il governo riconoscere il valore dei nostri tirocinanti, assumendoli come assistenti ECD a tempo indeterminato, segno del valore e della sostenibilità del nostro impegno.
Vedendo il successo e la risposta entusiasta di famiglie e governo spesso mi trovo a farmi una domanda: dove sarebbero questi bambini se questo centro non esistesse?
Quando pensi al futuro dei giovani di Rilima, quali sono le tue speranze?
Mi auguro innanzitutto che ogni giovane a Rilima e in Ruanda abbia accesso a un’ampia gamma di opportunità educative e possa costruire un vita professionale anche al di là dell’agricoltura tradizionale.
Vedo ogni giorno molti giovani creare e gestire con passione imprese che contribuiscono attivamente all’economia locale e nazionale.
È attraverso il sostegno a questa nuova generazione e al loro spirito imprenditoriale che possiamo favorire l’innovazione, la resilienza e la crescita socio-economica di un intero Paese.
Spero fortemente nel potenziamento dei sistemi di supporto comunitario, capaci di coltivare il talento e fornire le risorse necessarie per lo sviluppo delle competenze di ciascuno.