Il fatto di non essere più sole ci ha dato una forza incredibile, le persone hanno iniziato a guardarci come un esempio da seguire e noi abbiamo sentito una nuova responsabilità: dovevamo condividere la fortuna che avevamo avuto con chi nella comunità viveva in grave povertà.
Josee è la presidente della cooperativa Abizeranye (ex associazione Giramata) nata nel 2013 da un gruppo di 22 beneficiarie del progetto “One Cow Rwanda”. Come tutte le sue compagne, Josee è rimasta vedova e sola nel difficile compito di allevare i suoi figli.
L’avevamo incontrata nel 2014 e ci aveva raccontato cosa aveva significato per lei il progetto: uscire finalmente dalla povertà e dalla solitudine in cui si trovava e iniziare una nuova vita. Mai però avremmo immaginato cosa lei e le sue compagne sarebbero state in grado di costruire da quel piccolo aiuto iniziale!
“All’inizio ci incontravamo solo per farci compagnia e scambiarci consigli sulla cura degli animali, – ci racconta Josee – ma poi abbiamo capito che potevamo fare di più e allora ci siamo rimboccate le maniche e abbiamo imparato a produrre i quadretti tradizionali chiamati Imigongo con l’idea di avviare delle attività economiche per poter migliorare la vita delle nostre famiglie. In un primo momento però abbiamo fatto molta fatica, i nostri prodotti non erano ancora di buona qualità e i ricavi non arrivavano”.
Nonostante le difficoltà le 22 donne non si sono date per vinte, hanno lavorato sodo per migliorare la loro tecnica e con alcuni risparmi hanno avviato anche una coltivazione di ananas. “Quando sono arrivati i primi ricavi dalle nostre attività eravamo davvero felici e abbiamo deciso di investirli nell’acquisto di nuove caprette e mucche per poter produrre e vendere il latte”.
A questo genuino spirito imprenditoriale che le donne hanno scoperto in sé si è unita subito un’attenzione per i più deboli nella comunità come ci racconta sorridente Josee: “Il fatto di non essere più sole ci ha dato una forza incredibile, le persone hanno iniziato a guardarci come un esempio da seguire e noi abbiamo sentito una nuova responsabilità: dovevamo condividere la fortuna che avevamo avuto con chi nella comunità viveva in grave povertà. Così tutte d’accordo abbiamo deciso di pagare l’assicurazione sanitaria a 15 famiglie, le più povere del villaggio e di distribuire parte del latte prodotto tra i nostri vicini per contrastare la malnutrizione soprattutto dei bambini”.
Il volto di Josee esprime la sua grande soddisfazione, ma anche la voglia di non fermarsi qui. Le chiediamo allora quale sia il suo sogno nel cassetto e ci rivela: “Ci piacerebbe iniziare nuove attività, per le quali ci sarebbe un mercato locale interessante: allevare i polli, coltivare funghi o produrre saponi naturali. Queste attività ci permetterebbero di includere nella cooperativa altre donne che hanno bisogno di lavorare e questo è il nostro vero traguardo. Ci stiamo impegnando molto e credo che prima o poi ce la faremo”.
Foto di gruppo delle donne della cooperativa Abizeranye insieme al coordinatore locale Prosper.